Commenti al post C'è un pò di zzimma tra i modelli di business

Mushin scrive: Come non essere d'accordo. Il problema di fondo è che in Italia tutti stanno a guardare al dito e non al problema. Se c'é troppo inquinamento è chiaro che ci sono troppe macchine. Ma è anche vero che ci sono pochi alberi. Allora se il problema è che non si sbarca il lunario, la colpa può essere della pubblicità e della struttura del suo mercato, ma (come nel caso dell'inquinamento) ha poco senso cercare la soluzione lì. Cerchiamola nell'innovazione, nella capacità di fare servizi nuovi e di esplorare modelli di business che non esistono ancora o non sono adattati al contesto giusto. Secondo me la radice del problema è che oggi uno fa facebook e un attimo dopo nascono milioni di cloni. Il mercato è saturo ed inefficiente, perché tutti copiano e basta. E quindi si contendono le risorse della sussistenza in un gioco a somma zero. Se si esplorassero servizi davvero nuovi (o che interpretino in modo davvero nuovo contesti già esistenti) si partirebbe certo da una posizione più sostenibile per risolvere il problema della sussistenza. Creare prodotti per essere acquistati da big è solo speculazione. E creare qualcosa online solo per diventare ricchi, è un punto di partenza che uccide ogni possibilità di discussione. La sostenibilità è fatta di crescita lenta e scelte ponderate. Ovviamente tutto IMHO.
Giuliastro scrive: La pubblicità vive fasi cicliche, se ben ricordi prima dell'arrivo di Google sembrava che l'ad online fosse uno dei più grandi flop della storia moderna, ora ci sono siti che ci vivono. E' normale comunque che l'efficacia della pubblicità diminuisca con l'aumentare del livello culturale delle persone, io credo quindi più ad una fase calante piuttosto che il contrario. Forse il modello ideale per il web comunque utilizza un pò di tutto questo. Ovvero offre servizi gratuiti con pubblicità, servizi a pagamento e si affianca a società che rivendono ogni più piccola esperienza attraverso consulenze e servizi esterni.
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